Svolta in Seminario la Settimana comunitaria di spiritualità – Una testimonianza

Si è da poco conclusa la settimana comunitaria di spiritualità per i giovani universitari e lavoratori in Seminario. Riportiamo di seguito la testimonianza di una partecipante:

Come descrivere i sette giorni appena trascorsi? Potremmo dirvi che sono stati ricchi di risate ma anche di relazioni profonde e vere. Si potrebbe raccontare della messa, della liturgia delle ore e dell’Adorazione: momenti vissuti non come routine ma come opportunità reali di incontrare Cristo. È stata una settimana, per molti, di riposo, un tempo in cui sospendere allenamenti, riunioni; un’occasione in cui fare il punto sulla propria vita, per ricaricare la motivazione e ritrovare il rapporto uno ad uno con Dio. Potremmo descrivere anche tutti i pasti e i momenti di gioco che abbiamo condiviso con i seminaristi, conoscendo meglio le vite dei ragazzi che hanno fatto la scelta di lasciare le reti e seguire Gesù con tutta la loro vita.
E ancora dovremmo raccontarvi delle riflessioni di ogni mattina, incentrate su un brano del Vangelo che, come Parola viva, era capace di parlare a ciascuno di noi in modo nuovo; e delle condivisioni che ogni sera ci permettevano di fare il punto sulla nostra giornata e condividere le riflessioni che la Parola e le catechesi del Papa avevano fatto nascere in noi.
Infine, dovremmo dirvi che in questi sette giorni abbiamo formato una vera comunità, condividendo il pane e le emozioni con persone che non avevamo mai visto e conoscendo più in profondità chi già conoscevamo.
Potremmo raccontarvi ogni momento vissuto, ma non sarebbe comunque sufficiente per descrivere realmente quello che è accaduto in questa settimana.
Perché ogni momento, ogni risata e ogni relazione era profondamente intrisa di Dio, e questo cambia ogni cosa. In ogni momento potevamo sentire nell’altro, nel silenzio della cappellina o nell’eucaristia la presenza vera di Cristo nelle nostre vite e il suo amore concreto per noi. E allora le relazioni sono diventate amicizie, le riflessioni dialoghi e i silenzi preghiere.
Ecco il vero motivo per cui questa è stata una settimana di Grazia; e l’idea che sia già conclusa ci rattrista. Vorremmo che la nostra vita fosse sempre così piena di gioia e di Dio.
E allora, come dimostrazione che la Parola è viva, il Vangelo di questa domenica ci parla della Trasfigurazione: come Pietro, Giacomo e Giovanni vorremmo restare sul Tabor, pieni della luce di Gesù trasfigurato.
Ma siamo chiamati a scendere, a tornare alle nostre vite, portando con noi la Luce che ci è stata donata e annunciando che l’amore che abbiamo sentito è reale e che vivere una vita piena di Dio è possibile.

Sara Mazzalupo

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