L’incontro dell’Arcivescovo con i ragazzi di “Lourdestate 2023”

G iovedì 21 settembre al Villino Frassati l’Arcivescovo ha incontrato i ragazzi che a luglio scorso hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano a Lourdes nell’ambito dell’esperienza Lourdestate 2023.
Era stato proprio Padre Marco, a Lourdes, a invitare i ragazzi ad una serata di confronto e condivisione su questa esperienza di servizio, per rileggerla e trovare i necessari spunti per vivere la dimensione del volontariato e dell’incontro con gli altri anche nella propria vita quotidiana.
“Brillare, ascoltare, non temere” sono state le tre parole chiave che Papa Francesco ha rivolto ai giovani nel corso della celebrazione conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona: partendo da queste sollecitazioni del Papa, i ragazzi di Lourdestate hanno lavorato in tre gruppi elaborando la riflessione su ciascuna delle tre parole.
Tutti i pensieri e le domande suscitate dalle parole del Papa sono stati raccolti su un padlet, e poi condivisi nel dialogo con Padre Marco.

 

Simone Manis, che ha partecipato al pellegrinaggio e alla serata di verifica, ci racconta la sua esperienza.
Durante il pellegrinaggio a Lourdes, Padre Marco ci ha coinvolto in tante attività. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di incontrarci per tornare a parlare della nostra esperienza al Santuario di Lourdes. È stato un momento molto bello di comunione. Abbiamo riflettuto sulle parole del Papa a Lisbona durante la sua Omelia per la Messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù.
Ci sono tornate alla mente immagini, pensieri ed emozioni vissute a Lourdes.
Ognuno di noi ha avuto possibilità di raccontare ciò che ha conosciuto e che cosa ha potuto portare nel cuore anche una volta ritornati a casa.
“Brillare”, “Ascoltare” e “Non temere”: queste tre parole ci hanno accompagnato tutta la serata. Partendo da qui, abbiamo condiviso la gioia che ognuno di noi porta ancora dentro con molta felicità.
Abbiamo voluto ricordare i nostri amici ammalati, la loro felicità e i gesti che abbiamo compiuto per loro, gesti tante volte semplici ma che sono sempre ricambiati con grandissimi sorrisi sinceri e pieni di amore.
La cosa più bella è che nonostante si torni a casa sempre molto stanchi dopo quei giorni, tutto quello che abbiamo fatto viene ripagato dalla felicità, dalle belle parole e dagli sguardi dei nostri amici ammalati. Noi diamo sempre tantissimo per loro ma torniamo a casa con emozioni molto più forti della stanchezza.
Nel raccontare le storie passate in quella settimana c’erano gioia e luce negli occhi di tutti: solo un’esperienza così le può regalare.

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