S i è svolto domenica 15 ottobre il classico appuntamento curato dalla Pastorale Giovanile degli educatori e degli animatori che dà inizio all’anno pastorale.
L’incontro è stato ‘itinerante’ in quattro chiese del Centro Storico (le chiese dei quattro evangelisti) e ha avuto già in questa semplice dinamica due dei suoi messaggi per tutti gli educatori: camminare insieme, cioè camminare in equipe, con le proprie comunità, con la diocesi, col territorio con la storia e annunciare il Vangelo, partire sempre cioè nella narrazione educativa con la narrazione della vita di Gesù, farlo conoscere, farlo amare, offrire ai ragazzi che servono l’esperienza di essere amici di Gesù , la vera radice della gioia.
Suddivisi in gruppi, gli educatori hanno camminato con tre Amici; Gesù e la sua Parola nell’icona dei discepoli di Emmaus; Don Lorenzo Milani e la sua esperienza educativa; Papa Francesco e i suoi messaggi della GMG di Lisbona 2023. Tre fili conduttori che possono illuminare il cammino degli educatori in questo anno pastorale.
Sono stati individuati quattro punti sui cui convergere la nostra attenzione.
Il primo è naturalmente il rapporto speciale e di amicizia che l’educatore ha con Gesù. L’educatore ha una relazione personale e viva con Gesù che si manifesta nelle tante forme di preghiera. Nella preghiera, porta a Gesù i suoi ragazzi e lì “accende” il cuore per servirli sempre meglio, per volere il loro bene e guardarli con lo sguardo di Cristo. Occorre domandarsi: Prego per i miei ragazzi? Propongo loro momenti di preghiera? Io stesso come vivo la mia relazione personale con Gesù durante la mia vita ordinaria? Guardo i ragazzi con gli occhi di Gesù o…con quali? Queste le domande giuste per camminare insieme.
Il secondo è la relazione personale che l’educatore ha con i ragazzi. L’educatore è chiamato a mettersi in gioco personalmente nella relazione coi suoi ragazzi siano essi bambini, ragazzi, preadolescenti, adolescenti o giovani. Conosciamo il nome dei nostri ragazzi? le loro storie? I loro ambienti? Dove vivono? Scambiamo due chiacchere con loro ascoltando anzitutto e senza entrare in dinamiche di potere e manipolazione finalizzate a mettere al centro noi stessi? Sappiamo aspettare i tempi di ciascuno nell’aprirsi all’Amore di Dio? Sono queste altre domande su cui crescere insieme.
Il terzo è la cura per spazi dedicati ai giovani. Lo scorso anno il Sinodo, attraverso i cantieri di Betania, ha lanciato ai giovani l’idea/provocazione di costruire, aprire, gestire spazi che siano adatti ai giovani (cfr. Christus Vivit 216 e seguenti). Proviamo a responsabilizzarci come giovani e sollecitare le nostre comunità a trovare questi spazi, a investirci delle risorse a lasciare che siano i giovani a viverli e renderli aperti a tutti? Proviamo a leggere la Christus Vivit insieme alla comunità parrocchiale, in particolare i numeri 216-220?
Il quarto è stata l’attenzione agli ultimi, agli scartati, come ci insegna la figura di Don Milani. Cristo stesso era uno scarto! Scartato dal potere, scartato da tutti! Nelle nostre comunità quanto scartiamo? Quanto “usiamo” i ragazzi e quelli che non ci servono li scartiamo? Come affrontiamo i problemi sociali e mentali dei ragazzi? Seguiamo chi è in difficoltà? Riusciamo a fare una telefonata? Rendiamo protagonisti anche loro, i più fragili e svantaggiati, nel costruire un cammino di crescita umana e spirituale?
Sono questi i punti che ogni gruppo, ogni associazione, ogni movimento può declinare come meglio riesce, come può, con fantasia e tempi propri. Però punti che ci accomunano e ci fanno sentire un’unica comunità.
Dopo aver percorso le ‘quattro tappe’, dopo la cena insieme, abbiamo incontrato l’Arcivescovo nella chiesa di San Matteo e condiviso con lui alcune domande sorte nel camminare insieme.
Infine, ci siamo dati appuntamento per sabato 25 novembre in Cattedrale dalle ore 18.30 in poi per la GMG diocesana. Sarà un momento di festa, di incontro di riflessione.
Don Francesco Fully Doragrossa