Da quanto ci conosciamo?

Sabrina Costantino introduce l’argomento sull’amicizia richiamando le radici culturali in cui affonda questo particolare rapporto sociale. sono stati richiamati pensatori dell’epoca greco-latina e medioevale sino ad arrivare ai giorni nostri. Aristotele, per la tradizione greca, insegna che l’amicizia è innanzitutto una virtù, perché ciascuno vuole il bene dell’altro. Cicerone, per la tradizione latina, osserva che coloro che ripongono il sommo bene nella virtù sanno benissimo che senza virtù non può esserci amicizia. Nel 11000 circa D.C., invece, Achedo riconosce nell’amicizia il custode dell’amore vicendevole.
Tutti gli autori principali che si sono interrogati sull’amicizia hanno riconosciuto che essa può fondarsi solo se c’è virtù tra i due soggetti. Con virtù è stato poi specificato dalla relatrice, che si intende la qualità stabile a fare il bene. L’amicizia perfetta, ne deriva, può nascere solo tra persone buone.

 

Sabrina Costantino successivamente, richiamando molti autori e anche psicologi, ha riconosciuto nell’amicizia vera tre caratteristiche: benevolenza, reciprocità e comunione. Con benevolenza s’intende che l’amico è amato per se stesso, non per qualcosa che può offrire o che rappresenta; con reciprocità lo scambio di virtù simili e dunque il loro rafforzamento; infine con comunione la condivisione della vita.
Dal punto di vista psicologico invece ci sono tante diverse motivazioni che spiegano la formazione di questo legame sentimentale. L’amicizia crea confidenza e intimità poiché è fondata sulla fiducia. L’amicizia rappresenta quindi anche un fattore protettivo; avere una rete amicale attorno, infatti, fa sentire meglio.100 4194 1 incontro univertitari berio

Si è poi scesi nel concreto calandosi nell’epoca odierna e ci si è domandati come è percepita e vissuta oggi l’amicizia. Siamo troppo concentrati su di noi e ormai prevale l’idea di una amicizia usa e getta; già Aristotele riconosceva rapporti che “assomigliavano” all’amicizia, ma che non lo erano. Si tratta di quei rapporti che funzionano finché c’è la condivisione di qualche interesse o comunque fino a quando non risulta vantaggioso per entrambi continuare con la frequentazione.

Infine si è toccato l’argomento dei social network. Per costruire un’amicizia serve molto tempo; i social danno solo l’illusione di potersi attorniare di amici, e spesso si confonde l’amicizia con la semplice conoscenza, spesso solo di vista. Queste facili amicizie potrebbero diventare anche reali, ma solo potenzialmente; finché non c’è un contatto diretto con l’altro e un proprio coinvolgimento nei successi e nei problemi dell’altro, resta aperta solo la possibilità.

100 4204 1 incontro univertitari berioSuccessivamente alla relazione, il pubblico ha ampiamente domandato o espresso proprie osservazione in merito a molti di questi punti.
È stato chiesto se questa società aiuta lo sviluppo di relazioni amicali vere e si è insieme convenuti che prevale l’utilitarismo e il piacere con il risultato che quando non si può più prendere dell’altro lo si abbandona restando un po’ confusi, e procurando dall’altra parte delusione e dolore. Altri hanno poi osservato che i social possono essere utili ad esempio per tenersi in contatto con amici la cui relazione è già stata consolidata in passato ma che ora sono lontani nello spazio. Si è riconosciuto, infatti, che alla fine i social network sono degli strumenti; possono essere buoni o cattivi dipendentemente dall’uso che ne facciamo. Infine è stato domandato se fosse possibile avere molti amici veri nella vita. Qui la questione è rimasta aperta perché dipende molto da ciascuno di noi. Senz’altro, è stato riconosciuto, non si tratta di una cosa facile perché un’amicizia vera richiede un coinvolgimento emotivo, affettivo e di tempo che si scontra con la finitudine delle 24 ore giornaliere e quindi sarà costruire molte amicizie vere.

Alla conclusione del dibattito si è invitati tutti all’evento successivo del 13 dicembre.

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