Le indicazioni della segreteria di pastorale giovanile per il “Censimento” dei doposcuola della Diocesi
Caro Confratello,
vorrei condividere con te una riflessione sulla realtà dei “doposcuola”, degli oratori, altresi chiamati “centri” o “scuole della Pace”, luoghi dove quotidianamente o almeno in alcuni giorni della settimana vengono accolti – con spirito di apertura e accoglienza – bambini, ragazzi, adolescenti e giovani, per accompagnarli nei compiti scolastici, nel tempo libero, nel percorso personale.
Questi luoghi, aperti a volte con grande professionalità, a volte con tanta buona volontà, a volte per grandi numeri, a volte per pochi ragazzi (spesso per quanti ne consentono lo spazio e il numero di volontari) sono ciascuno “semi di luce” sparsi nella realtà a volte tenebrosa della nostra città.
Disagio giovanile, dispersione scolastica, devianza, marginalizzazione, malessere, isolamento, violenza, smarrimento, difficoltà a immaginare il futuro, colpiscono l’opinione pubblica che non viene informata invece su tante realtà belle ancorché semplici della nostra città e in specifico della nostra Chiesa.
La nostra Chiesa, la nostra comunità, risponde già in molti luoghi alla domanda crescente, da parte di famiglie e scuole, di punti di riferimento per i ragazzi che vadano oltre l’associazionismo e la formazione educativa, anch’essa già presente nella nostra Diocesi come punto luce.
Ma la domanda cresce e il cammino sinodale ci chiede di tentare di lavorare insieme. Tuttavia spesso questi semi di luce non sono conosciuti se non da chi li frequenta in loco.
Ed eccomi al punto. Come Coordinatore della Pastorale giovanile diocesana, ti chiedo di segnalare l’esistenza di questi “doposcuola”, di questi luoghi di ritrovo legati alla comunità cristiana che sono presenti in città.
Non si tratta delle comunità per minori o dei centri diurni, ma dei doposcuola, siano essi gestiti da volontari o da operatori professionali, o da entrambi.
Partendo dall’esistente, potremmo sognare di estendere in tutta la Diocesi questa rete. Un servizio che investe la carità (molte le famiglie povere o in difficolta che ne abbisognano), la pastorale dei migranti (inutile nascondere il fatto che molti dei ragazzini provengono da famiglie di recente o non recente immigrazione: per loro questi centri fungono da inserimento sociale preziosissimo), la pastorale scolastica (prezioso il lavoro di tanti insegnanti e degli insegnanti di religione), la pastorale sociale (le istituzioni locali – Comune e Regione – guardano con attenzione a queste realtà ancorché in modo ancora migliorabile).
Si tratta di un servizio che ha molto a che vedere con il primo annuncio, pur essendo di fatto aperto alla multiculturalità e alla complessità del mondo di oggi.
Anche le istituzioni si sono accorte di questa realtà, e per questo si sta lavorando affinché questa attenzione si traduca in aiuto sussidiario concreto.
Per questo, se nella tua parrocchia, comunità o territorio esiste la realtà del doposcuola (o simile), anche piccola, ti prego di segnalarmelo, e di mettermi in contatto con un referente attraverso la mail e il numero di telefono.
Ringraziandoti per quanto potrai fare, ti saluto fraternamente.
Don Francesco Fully Doragrossa
tel. 338.7138630
seminario@diocesi.genova.it