Giornata della memoria: la Scuola della Pace in Sinagoga

Un mazzo di fiori e un disegno: questi i doni di amicizia portati martedì 2 novembre dai bambini della Scuola della Pace della Comunità di Sant’Egidio del centro storico alla sinagoga di via Bertora in occasione della giornata della memoria e della collocazione, il 25 gennaio, di 4 nuove pietre d’inciampo dedicate alla famiglia Polacco, custodi del tempio israelitico e vittime del rastrellamento del 1943. I bambini hanno incontrato il Rabbino Capo Rav Giuseppe Momigliano e ascoltato le sue parole su quei giorni di odio e violenza, da conoscere e ricordare fin da piccoli, perché non si ripetano più. Il 2 novembre 1943 i bambini Carlo e Roberto Polacco stavano giocando nello spazio antistante alla sinagoga. Il padre Albino e la moglie Linda ignoravano che sarebbero arrivati i tedeschi. Alle 17.00 le SS raggiunsero il tempio e, sotto la minaccia di uccidere i figli, costrinsero il custode a mostrare i registri della Comunità con l’elenco degli ebrei genovesi. Con crudele astuzia organizzarono una trappola, obbligando il guardiano a telefonare a tutti gli iscritti sulla lista e a dare loro appuntamento per il giorno seguente. Il 3 novembre i soldati nazisti radunarono gli ebrei giunti in sinagoga e li condussero nel carcere di Marassi, dove di li a poco li avrebbe raggiunti il rabbino Riccardo Pacifici, catturato in galleria Mazzini, a pochi passi dal teatro Carlo Felice. Nei giorni seguenti, con la famiglia Polacco, furono consegnate al male di Auschwitz 238 persone. Tornarono in dieci. Ai piccoli Carlo e Roberto Polacco, di soli 5 e 6 anni al momento della deportazione, è andato un pensiero speciale da parte dei bambini della Scuola della pace. “Carlo e Roberto, non vi dimenticheremo. Anche per voi, costruiremo un mondo più umano”: questa la dedica sul disegno che hanno consegnato al Rabbino, posando un mazzo di rose bianche accanto ai nomi dei due piccoli. Poi il saluto in ebraico ripetendo insieme l’un l’altro “Shalom”, pace.

GM

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